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martedì 30 novembre 2010

'68 ALTROVE DI FAUSTO GIACCONE ALLA GALLERIA "GHIRRI" DI CALTAGIRONE

Caltagirone - Se per un ineffabile artificio la vita di un uomo si trasponesse in quella dell’umanità intera, le date che marcano i punti forti dell’esperienza individuale – dagli eventi lieti, alle circostanze infelici per riflesso si traslerebbero nelle date che segnano le tappe della cronologia storica di un popolo, un continente o del mondo intero. Se per un attimo – uno solo – cedessimo alla puerile anarchia di una bizzarra macchina del tempo o di un genio burlone prontamente disposto a soddisfare le nostre curiosità, allora – solo allora – avremmo l’esatta consapevolezza di quanto siano essenziali i punti forti, le date fondamentali nell’infinito e altrimenti incommensurabile fluire dell’esperienza che l’uomo poi struttura in Storia grande e piccole Storie senza le quali l’horror vacui dell’oblio sarebbe pronto a inghiottirci.

E ancora … se una curiosità bambina non venisse in soccorso di fronte all’incombente e quasi sacrale potenza di date quali il 1492 o il 1789 cosa sarebbe la scoperta delle Indie occidentali senza uno sguardo trasversale alle civiltà andine e mesoamericane o l’abbattimento della Bastiglia senza passare per l’invenzione della macchina a vapore o i viaggi del capitano inglese James COOK.

Se la memoria fissa nel cursus storico dei punti focali, questi, attraverso una rete di connessioni simultanee non dissimili dai familiari link informatici, ci dirottano naturalmente verso gli universi paralleli e contemporanei che, in una gerarchia sempre più strutturata, aprono orizzonti nei quali le menti curiose – e quei fotografi che comunemente sono definiti fotoreporter – amano perdersi. Questi spazi plurali, questi fatti e tempi paralleli divengono quell’altrove oltre la grande Storia, ove anche Fausto GIACCONE guarda, indaga, seleziona e dal quale ci restituisce quegli oltre quaranta scatti, presentati con questa mostra alla Galleria fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone, una selezione di fotogrammi di quel ’68 del Novecento catturato intorno al Mediterraneo: la Sicilia del Belìce devastata dal tremendo sisma della notte tra 13 e 14 gennaio – oltre 300 morti, migliaia di feriti e senza tetto –; la Roma della rivolta studentesca di Valle Giulia – nei mesi delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, l’occupazione degli atenei e gli scontri con la polizia –; il Cairo dei quartieri popolari – tra lavoro minorile e vita di strada –; la Giordania dei campi profughi palestinesi – tra i guerriglieri nelle alture del Golan –; la Sardegna dei pastori e degli studenti – a documentare il precariato e la povertà che si batte contro la repressione delle forze di polizia e della magistratura –.

Questo viaggio fotografico nel ‘68 di Fausto GIACCONE, complice l’ampia scala tonale del bianco e nero delle stampe, ci permette di entrare in quell’anno fondamentale denso di avvenimenti sociali e politici congelati dal fatale scatto della sua Nikon F che permette confrontarci ora, e chissà quanto ancora, con l’eterno presente della storia e, nel solco della grande tradizione del reportage fotografico e socio giornalistico, la fotocamera nelle mani del reporter diventa un potente strumento di informazione e critica rigorosa degli avvenimenti, letti e visti con occhi sinceri e mente libera, tanto quanto ha fatto la scrittura, di grandi firme dell’epoca, per narrare gli stessi accadimenti.

Raccontare storie di uomini con la fotografia è un compito estremamente arduo e delicato, come dimostra il lavoro dei grandi maestri del reportage: dagli americani Eugene SMITH e Dorothea LANGE ai fotografi di Magnum – Henry CARTIER BRESSON, Robert CAPA, Werner BISCHOF, David SEYMOUR o come i francesi Marc RIBOUD e Will RONIS, ai nostri eccellenti fotoreporter come Mario DE BIASI, Romano CAGNONI, Luciano SANSONE, Giorgio LOTTI, Ferdinando SCIANNA, Gianfranco MOROLDO, Piergiorgio RAFFAELLI, Duilio PALLOTTELLI, Alberto ONGARO, Nicola SCAFIDI, Letizia BATTAGLIA, Franco ZECCHIN, Tano D’AMICO – e tanti altri che hanno saputo catturare gli istanti e trasformarli in emozioni.

Un decennio breve, gli anni Sessanta, proprio come il Novecento di HOBSBAWM e, tra questi, il ‘68 un anno altrettanto breve in un mondo pieno di ingiustizie, razzismi, prevaricazioni e dispotismi tra i quali si fa strada una generazione nuova con le sue idee, la sua musica e la sua arte capace di dare una carica vitale e innovativa alle società del mondo, nella ricerca della convivenza pacifica tra i popoli, della democrazia contro le guerre nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e della donna, del rispetto dell’ambiente e delle sue creature.

Quei pochi mesi rappresentano lo spartiacque nella storia della società contemporanea.

Con le foto di Fausto GIACCONE ancora oggi sentiamo il bisogno di emozionarci per le idealità e i valori di quegli anni dei quali pare di sentire ancora i suoni e le voci. Forte è il desiderio di dire, con le parole di un caro amico – Giovanni CHIARAMONTE – che “… in questo spazio di frammenti dispersi, naufragati come relitti davanti alle antiche mura di Roma e di Costantinopoli … l’istante di una fotografia può trasformare la terra desolata del nostro esilio nella terra abitabile del nostro ritorno.” I nostri cuori e le nostre menti ancora ne sentono il bisogno.

Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO

Galleria Fotografica Luigi GHIRRI

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