STIMOLO PERCETTIVO

Arte - Fotografia - Poesia - Musica

giovedì 5 dicembre 2013

AGRIGENTO - FAUSTO PIRANDELLO - IL TEMPO DELLA GUERRA (1939 - 1945)






sabato 16 novembre 2013

EXPO TAORMINA CLICK

Prima edizione della manifestazione con 40 opere fotografiche inedite realizzate da altrettanti fotografi che hanno "setacciato" la citta' alla ricerca di scorci, vedute e individui da scattare.

FONDAZIONE GIUSEPPE MAZZULLO, TAORMINA (ME)



A cura di Ernesto De Luna, Andrea Jakomin, Roberto Rogika Mendolia 

Sabato 16 novembre 2013 alle ore 18:00 si inaugura nella splendida cornice del Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina la mostra “1° Expo Taormina Click”, nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della nascita di Giuseppe Mazzullo. La mostra, curata da Ernesto De Luna, Andrea Jakomin e Roberto Rogika Mendolia - socio fondatore e responsabile della sezione “fotografia” dell’associazione Art Promotion Taormina - propone un percorso di oltre 40 opere fotografiche inedite realizzate da altrettanti fotografi che, a partire dallo scorso luglio, confrontandosi e discutendo di fotografia nel gruppo Facebook Taormina Click, hanno “setacciato” la Perla del Mediterraneo alla ricerca di scorci, vedute e individui da immortalare. Un primo assaggio delle qualità espressa dai fotoamatori del gruppo “Taormina Click” si è avuto con la mostra “Mazzullo – the soul of the stone” in cui i partecipanti si sono cimentati nell’elaborazione di istantanee dedicate alle sculture di Mazzullo esposte nel Palazzo Duchi di Santo Stefano; successivamente gli stessi organizzatori hanno ampliato la tematica estendendola e arricchendola di spunti interessanti, privilegiando la libertà creativa e la padronanza tecnica del mezzo fotografico e coinvolgendo anche altri autorevoli esponenti del panorama fotografico siciliano. La mostra, che resterà aperta tutti i giorni fino al 1 dicembre, si inserisce in un programma più ampio che ha consentito, durante tutto il 2013, di rinsaldare il ruolo della Fondazione Mazzullo quale fucina di iniziative culturali ed eventi d’arte; scrive il presidente di Art Promotion Taormina Giuseppe Filistad: "Abbiamo avuto il piacere di poter organizzare le celebrazioni per il Centenario della nascita di Giuseppe Mazzullo grazie alla collaborazione con il presidente Antonio Lo Turco ed il Comune di Taormina, ed oggi l'Associazione apre le porte a tutti i fotoamatori della città che sicuramente ci faranno apprezzare belle opere fotografiche che valorizzeranno l'immagine di Taormina svelando nuove prospettive e regalando suggestive “visioni”. Spero che si continui sempre più a puntare sulla cultura e sul patrimonio artistico, coinvolgendo e responsabilizzando le tante ed appassionate realtà operanti nel territorio nella condivisione di iniziative che, partendo dal basso ma realizzate con passione, competenza e professionalità possano generare esiti lusinghieri, auspicando una collaborazione concreta, fattiva e chiara con l'Amministrazione." 

All’inaugurazione saranno presenti, oltre agli artisti partecipanti, anche le massime autorità cittadine, le delegazioni di varie associazioni culturali e tanti professionisti operanti nel mondo della fotografia. 

Patrocinio: Comune di Taormina - Fondazione Mazzullo 

Inaugurazione: sabato 16 novembre ore 18:00 

Palazzo Duchi di Santo Stefano - Fondazione Mazzullo 
Vico de Spuches, 3 - Taormina 
Orari: tutti i giorni 09:00 - 13:00 e 16:00 - 21:00
venerdì 15 novembre 2013

I PALADINI - VALVERDE (CT)





Un gruppo di fotografi si e' lasciato affascinare dalla bottega di Salvo Mangano a San Pietro Clarenza, puparo dell'arte da piu' di quarant'anni.



Una lenta scoperta, da parte degli autori Gianfranco Consiglio, Alessio Drago, Giuseppe Fichera, Daniela Sidari, Pietro Urso, della bottega del puparo e dei suoi pupi. Un ambiente piccolissimo ma colmo di meraviglie. Questa è la fucina di Salvo Mangano di San Pietro Clarenza (CT), puparo dell’arte da più di quarant’anni. I pupi dai corpi e dai volti immobili sembrano osservare, emergono dall’ombra con i loro sguardi, eroi, donzelle, regnanti, maghi e cavalieri; Orlando, Rinaldo, Angelica, Rodomonte, uomini malvagi e infami, pagani e cristiani. Immagini di dettaglio di vestiti sontuosi, ricchi decori, lucenti armature con elmi, scudi e spade, visi come catalogazione delle diverse espressioni, occhi abilmente dipinti spalancati verso un mondo ulteriore, barba e baffi come si conviene ai paladini, corone per re e regine ma anche piume e raffinati merletti, si alternano a riprese in cui il maestro entra a far parte di questa rappresentazione, il puparo dipinge volti, costruisce e ripara costumi. Orgoglioso mostra i suoi pupi, li sceglie, li prende in mano, parla con loro accarezzandoli come suoi figli e poi improvvisamente la sua voce cambia di tono, fili ed aste collegati a braccia, gambe e testa incominciano ad animare un personaggio, e poi un altro; movimenti e mimiche divengono un tutt’uno, stralci di sceneggiate accendono battaglie rocambolesche. Poi tutto torna in quiete. Fra le sue creature egli è pupo fra i pupi.
(Daniela Sidari)

La mostra, riconosciuta dalla Fiaf, è a cura dei soci Gianfranco Consiglio, Alessio Drago, Giuseppe Fichera, Daniela Sidari e Pietro Urso. Sarà presentata da Santo Mongioì - Direttore Galleria Fiaf, da Enzo Gabriele Leanza - Consigliere Nazionale Fiaf e Pippo Pappalardo Docente e critico Fotografico.

Inaugurazione venerdì 15 Novembre 2013 ore 20

Galleria Fiaf
corso Vittorio Emanuele 214, Valverde
Tutti i giorni dalle 20 alle 22
Ingresso libero
giovedì 14 novembre 2013

TURI RAPISARDA - PALERMO

RIZZUTO ARTE - PALERMO
Corpi speciali. Il fotografo scardina i luoghi comuni sull'idea di ritratto eludendo la separazione tra pubblico e privato. A cura di Francesca Alfano Miglietti.





a cura di Francesca Alfano Miglietti 

Sarà inaugurata giovedì 14 novembre alle ore 19.00 presso la Galleria RizzutoArte di Palermo (via Monte Cuccio, 30) la mostra personale di Turi Rapisarda - Corpi speciali, a cura di Francesca Alfano Miglietti. 

Fotografo dai mille talenti, Turi Rapisarda scardina i luoghi comuni dell'idea di ritratto. Le sue fotografie eludono la separazione tra pubblico e privato, e mostrano una piattaforma culturale che coniuga espressione artistica, diversità e relazioni personali. 

Le immagini fotografiche di Turi Rapisarda sono basate sulla condivisione e sulla riflessione dei temi legati all’etica, alla rappresentazione, all’energia del fare qualcosa per una ragione, per un sentimento e per una comunità. Una visione pura e romantica che torna costantemente in tutto il suo percorso dove, con la cura e la leggerezza di un approccio libero ed anarchico, svela la drammatica complessità di un mondo scomodo. 

I soggetti delle sue fotografie si muovono con estrema libertà davanti all’obiettivo, come se non percepissero la presenza giudicante del fotografo. 

Rapisarda attua così una narrazione esplosiva di determinati tipi di umanità, di stati mentali e ed esistenziali, in una relazione di fiducia con la “sua gente”, ripresa in un frammento di massima esposizione e vulnerabilità. 

I Corpi speciali sono i protagonisti del suo universo e del suo punto di vista, ritratti con le loro caratteristiche di fragilità e unicità, in un modo poetico, personale e politico, che si costruisce sul tempo, sugli affetti, sugli slanci, sulle delusioni. 

“Turi sa che l’arte e la realtà si influenzano a vicenda, si è ormai da tempo stretto un rapporto tra estetico e quotidiano, e nascono così immagini fortemente documentarie che costruiscono storie visive che riescono a catturare la realtà del suo contesto sociale e del suo vissuto, opere che scelgono la frammentarietà, l’introspezione, la soggettività, in un atlante di orizzonti sentimentali che rappresentano piccole realtà, microcosmi personali nutriti di emozione, di intimità, della fragilità del sentire.” (Francesca Alfano Miglietti). 

Inaugurazione 14 novembre 2013 – ore 19 

Rizzuto Arte 
Via Monte Cuccio, 30 – Palermo 
giov-sab 16-20 
ingresso libero
venerdì 8 novembre 2013

PALERMO - XXXVIII FESTIVAL DI MORGANA





La manifestazione e' intitolata Poikilia: variazioni sul tema, il festival e' diretto da Rosario Perricone e organizzato dall'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari. Il programma include spettacoli che esplorano il teatro di figura attraverso performance realizzate da compagnie italiane e straniere: burattini emiliani, pupi siciliani e marionette si alterneranno con racconti di sabbia e oggetti di varia natura che trasformati in veri e propri personaggi danno vita a pungenti satire politiche, rievocano antichi ricordi o sfilano su un inedito bancone da bar.

PALERMO - SENTIERI INVISIBILI - GIAN PAOLO DULBECCO



Sentieri Invisibili. I Sentieri invisibili sono i segni della memoria inconscia, tracce di sentimenti sopiti, antiche vie, tortuosi percorsi mentali che per magia riemergono, pieni del nostro vissuto. La mostra che si inaugura presso la Galleria Monteleone l'8 novembre alle ore 18,30 presenta l'ultima produzione dell'artista ligure Gian Paolo Dulbecco. I Sentieri invisibili ci conducono attraverso leggende, storie, suggestioni letterarie che metaforicamente rappresentano la dimensione dell'essere, il senso della nostra esistenza, le forze che regolano l'universo. In mostra circa 40 opere che riprendono i temi a lui cari, dai notturni ai Pulcinella.
martedì 5 novembre 2013

AL TEMPO DI COMISO - TANO D'AMICO







ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: Comiso, i missili Cruise e la Sicilia del 1982 nella Caltagirone del 2013; una mostra e un ritorno al Sud dalla Sicilia (e per la Sicilia) e ritorno – un reportage con il quale Tano D’AMICO torna a “vivere” la Storia dove, e mentre, semplicemente accade; intanto oggi, per “qualcuno”, il tempo pare essere trascorso invano.
SPAZIO ESPOSITIVO: via Duomo 11 c/o Corte Capitaniale (95041) Caltagirone CT, info + 39 334 3358978 + 39 333 2419089 gallerialuigighirri@tiscali.it


TITOLO DELL’EVENTO: AL TEMPO DI COMISO AUTORE: Tano D’AMICO.

DATA DEL VERNISSAGE: sabato 09 novembre, h 18.30. DATA DI CHIUSURA: domenica 01 dicembre.
ORARI D’APERTURA: lun./dom. 9.00 -12.30, 16.00 -19.00.
INGRESSO: libero.

PATROCINIO: Comune di Caltagirone CL.

INTERVENTI: Nicolò BONANNO, Sindaco di Caltagirone, Bruno RAMPULLA Ass.re alla Cultura di Caltagirone, Domenico AMOROSO, Direttore dei Musei Civici, e l’autore, il fotografo Tano D’AMICO.


CURATORI: Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO.


APPARATO CRITICO: Marina BENEDETTO e Pippo PAPPALARDO. COLLABORAZIONE: Samuela e Sonia NISI, NISI event Niscemi CL. COMUNICATO STAMPA: Attilio GERBINO, attiliogerbino@tiscali.it.


UFFICIO STAMPA: NISI event Niscemi CL. +39 06 9295 8538, info@nisievent.com Samuela Nisi +39 347 3106 479, L. Sonia NISI +39 392 5760 933 samuela.nisi@nisievent.com, sonia.nisi@nisievent.com

SPONSOR TECNICO: PLANET, RISTO - PUB, Via Roma 42, tel. 0933 031270 Caltagirone.

RINGRAZIAMENTI: Ass.to alle Politiche Culturali Comune di Caltagirone CT, il gruppo spontaneo I LAPUNI Caltagirone
e Sergio VINCI di Riesi , senza la cui disponibilità ultima sarebbe arduo dar seguito alle mostre della GHIRRI.


Il fatto che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della storia è l'insegnamento più importante che la storia può offrire.
Aldous Leonard HUXLEY, Collected Essays, 1959 Scrittore britannico (1894 1963)
La storia è un grande presente, e mai solamente un passato.
Alain, pseudonimo di Émile-Auguste CHARTIER, Le avventure del cuore, 1945 Filosofo, giornalista, scrittore e professore francese (1868 1951)

La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT,
e un protagonista d’eccezione della fotografia di reportage – Tano D’AMICO –, uno di quegli autori che quasi istintivamente cercano, trovano e incontrano la Storia nei luoghi, e mentre, questa spontaneamente accade, una Storia che sempre più rapidamente si fissa in veloci sequenze declinate al passato, un passato che, a sua volta, in un battere d’agenzia torna prepotentemente alla ribalta. Corsi e ricorsi storici battono il tempo in un ritmo ove la memoria visiva confonde ambiguamente le nostre coordinate spazio temporali mentre il quotidiano registra la pericolosa assuefazione a questa sorta di presente trasversale: i fatti, la cronaca cruda e gli accadimenti umani transitano velocemente; il reale si fa virtuale e la Storia che in ogni istante accade e si compie arde e si brucia per rigenerarsi come il contrappasso di un ritorno di battigia.
In questo flusso diacronico, le immagini rubano la scena a tutto destabilizzando la memoria e imponendosi esse stesse come “prova dei fatti, proprio come è dato di vedere in questa bella mostra ospite alla Galleria GHIRRI, ottime stampe dagli scatti di un maestro siciliano della fotografia, quel Tano D’AMICO che a Roma – e da lì al mondo e alla Storia – ci guida per l’appunto nel nostro passato prossimo, remoto e presente al tempo stesso: il 1982 è appena ieri, Comiso è dietro l’angolo, la Sicilia è tutta qui intorno a noi, ci avvolge letteralmente ... eppure, quei fatti, quegli uomini che li hanno vissuti o molto più prosaicamente visti o distrattamente ignorati appartengono inesorabilmente ad una dimensione altra rispetto al nostro presente.
Ma poi ... è realmente così? In fondo, a pensarci, non basta semplicemente un corteo di precari a Palermo, uno sbarco di disperati nel porto di Catania, un naufragio in diretta a Lampedusa, uno sciopero operaio a Termini Imerese o un pacifista a braccetto della mamma arrabbiata in rotta sul M.U.O.S. di Niscemi per resettare l’orologio sincronico della Storia e delle nostre vite e destabilizzare, azzerandole, le rade certezze che ancora ci reggono? Non basta proprio il fulmineo scatto di un click fotografico per tornare al presente?
Il buon Tano D’AMICO ce lo insegna e noi lo ringraziamo.
© Tano D’AMICO, Comiso, contro i missili, 1982


Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI Caltagirone, ottobre 2013 


Frugando nelle ombre del passato prossimo
Fabrizio DE ANDRÈ, Canzone del maggio, 1973 Cantautore italiano (1940 1999)
Romanzo fotografico, questa mostra di Tano D’AMICO, che non usa parole ma solo la forza delle immagini, e ci racconta una storia d’Italia in bianco e nero. L’Italia narrata da queste fotografie coincide con la mia giovinezza anni Ottanta: la ritrovo nel taglio dei capelli dei giovani protagonisti, nei loro abiti, ma soprattutto nei miei ricordi visivi, quelli dei telegiornali della sera che raccontavano cosa stava accadendo in quel tempo in molte città d’Italia, dagli anni Settanta in poi. Era forte la speranza di potere cambiare il mondo, di contestare ciò che non si voleva, di lottare in nome di una politica onesta.
Sono passati più di trent’anni, la storia amara dell’Italia e del mondo di oggi – o forse la giovinezza che se ne è andata potrebbero suggerire una visione buia e la cancellazione di ogni speranza. E invece questa fede nella volontà di cambiamento c’è ancora, sopravvive a ogni ingiuria, alle sciagure capitate da quegli anni lontani fino a noi.
La battaglia d’Istanbul in difesa di seicento alberi, novecento arresti, mille feriti, quattro accecati per sempre, la battaglia d’Istanbul è per gli innamorati a passeggio sui viali, per i pensionati, per i cani, per le radici, la linfa, i nidi sui rami, per l’ombra d’estate e le tovaglie stese coi cestini e i bambini, la battaglia d’Istanbul è per allargare il respiro.
Erri DE LUCA, La battaglia d’Istanbul, 2013 Scrittore, traduttore e poeta italiano (1950)
La forza di sapere opporre un no, la composta fermezza che animava i dimostranti di Comiso è la medesima che rivive oggi, quando in molte città d’Italia si manifesta pacificamente per lottare comunque in nome di un cambiamento. Spesso spunta la violenza, nelle manifestazioni di piazza. Lo abbiamo visto a Genova nel 2001, lo vediamo talora durante alcune manifestazioni anti Tav, nelle proteste di chi non ha più un lavoro e smarrisce ogni prospettiva futura. Crescono l’ansia, l’amarezza verso i tanti lati oscuri di un mondo che non cambia, alla fine. La speranza si affievolisce e lascia posto alla rabbia, allo scontento.
Ci sono alcune fotografie, in questi scatti di Tano D’AMICO, che hanno evocato alla mia memoria le pagine scritte da Giovanni VERGA nella novella Libertà. Mi sono interrogata sul perché, visto il paradosso intrinseco di appaiare la storia di una rivolta popolare, culminata nel sangue, con una manifestazione di pace. Forse sento vibrare in questi volti ritratti da Tano D’AMICO la stessa fiera indignazione verso i soprusi, il desiderio di unirsi per combattere, la capacità di prendersi per mano e lottare per un obiettivo comune.
Apprezzo le fotografie di questo Autore non solo per ciò che vogliono testimoniare: mi piace di esse la cifra stilistica scabra, la scelta del bianco e nero, le didascalie scritte a mano. Nella sottile cornice bianca, in quella grafia nervosa che contestualizza e storicizza la testimonianza iconografica, Tano D’AMICO si sovrappone all’immagine, la sigla, la rende unica, firma un frammento di Storia.

E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti, per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. 


L’oggi di cui siamo protagonisti è il frutto delle molte battaglie combattute da chi ha vissuto prima di noi. Le storie, scritte di parole o di immagini, sono le uniche a raccontarci il passato, a dare un senso al nostro presente. Un grazie a Tano D’AMICO per questa mostra e per la sua opera, che ha saputo coltivare con maestria e sensibilità il sentimento della memoria, fissando nelle sue immagini luci e ombre di ricordi che appartengono a tutti.
Oggi noi viviamo in un nuovissimo regno, E l'ordito delle circostanze avviluppa il nostro corpo Bagna il nostro corpo in un alone di gioia. Ciò che talvolta agli uomini d'un tempo capitò d'intuire grazie alla musica Noi lo realizziamo ogni giorno nella realtà pratica. Ciò che per essi era campo dell'inaccessibile e dell'assoluto Per noi è cosa semplicissima e ben nota. Eppure, quegli uomini non li disprezziamo; Noi sappiamo di dover molto ai loro sogni, Sappiamo che non saremmo nulla senza l'ordito di dolore e gioia di cui è fatta la loro storia, Sappiamo che quando attraversavano l'odio e la paura, quando si urtavano nel buio Quando, poco a poco, tracciavano la propria storia In sé recavano la nostra immagine. Noi sappiamo che non sarebbero mai stati né mai avrebbero potuto essere, se nel profondo di sé non avessero nutrito questa speranza, Sappiamo che senza il loro sogno non sarebbero riusciti neppure a esistere.
Michel HOUELLEBECQ, pseudonimo di Michel Thomas,1999 Scrittore, saggista, poeta, regista e sceneggiatore francese (1956)
Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI Savona, ottobre 2013


“Spes contra spem”
Ma davvero si fotografava così negli anni Ottanta oppure Tano D’AMICO ed i suoi compagni di cordata erano i soli ancora capaci di questo concreto quanto rivoluzionario umanesimo?
Le immagini ci parlano e ci riportano al tempo dei missili a Comiso e sono ancora emblematiche di un certo modo di incontrare l’evento e, nelle pieghe dell’evento, la Storia. Quella Storia che qui e adesso voglio scrivere con il carattere maiuscolo proprio per ricollegarmi idealmente all’opera della MORANTE laddove, nell’introduzione, citando il Vangelo, l’autrice ringrazia il Padre per aver voluto rivelare queste cose ai piccoli. Che cosa aveva rivelato? Cosa si era rivelato? E chi erano i piccoli?
Aveva rivelato la logica insofferenza per la tracotanza di chi non vuole ascoltare e vedere; l’indifferenza verso le persone di buona volontà risolute a non parlare più con segni di guerra; la necessità di propugnare un forte ed armonioso dialogo piuttosto che il complice e rassegnato silenzio.
Quest’autentica dottrina rivoluzionaria, queste parole di lotta e di liberazione in quegli anni erano nella bocca di persone che su questa Sicilia riponevano ancora una speranza di rinascita e di nuova vita: erano donne e uomini vestiti della loro quotidianità e dei loro sorrisi e che ai manganelli ed alle catene rispondevano con una catena di mani strette nella risoluzione di credere, “spes contra spem”, sempre alla pace e mai alla guerra. Erano giovani e soprattutto donne che non volevano rassegnarsi a non avere un futuro di cittadini ma confidavano di divenire protagonisti di un vivere comune.
A Comiso, FIUME e BUFALINO avevano insegnato, arti e lettere; avevano depositato nella mente e negli occhi segni ed immagini costruiti con i suoni ed i colori della libertà. Ma i vecchi artisti erano divenuti scettici quando un vecchio aeroporto militare, che turbava ancora i loro ricordi giovanili, dopo tanti anni di giusto abbandono, era divenuto improvvisamente l’avamposto di una rappresaglia nucleare che ci avrebbe spediti tutti fuori dal tempo. In quegli anni, prima che convenissero in Sicilia i rappresentanti della speranza e della caritatevole speranza, uomini semplici, come fili d’erba sui sentieri della vita, cominciarono a porsi delle domande e a scrivere delle risposte per non perdere la riflessione: e cominciarono a guardare, cioè a fare la guardia.
In mezzo a loro c’era Tano, sempre pronto a raccogliere quella coraggiosa risposta fatta di dignità e di rispetto per la comune umanità; ma l’obiettivo di Tano non cercava la necessità del coraggio, né il pensiero eroico; meno che mai la sopraffazione della politica. Incontrava donne siciliane simili a tutte le donne del mondo, giovani volti mediterranei che potevi incontrare in Grecia come a Cuba, e gesti e sorrisi che non potevano essere destinati all’archivio del giornalismo estetico d’autore ma andavano a costruire una memoria ed un presente che occorreva conservare e costruire come luogo etico dell’ascolto e dell’accoglienza. Pertanto, Comiso, Caltagirone, la Sicilia, non ci appaiono come i paesaggi dell’irredimibile, del trasformismo o del lutto di questa terra, ma, fondamentalmente, come i luoghi dove l’immagine della Storia è stata resa possibile da raccontare. “Senza acqua e senza semi, eppure è apparso un esile filo verde nel vaso davanti alle sbarre della finestra: son sicuro che non è erba ma sarà un fiore”.
Pippo PAPPALARDO
per la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI Catania, ottobre 2013




(Filicudi ME, 1942) Fotografo siciliano, Docente del Corso di reportage, del Master di fotografia e di storia del reportage presso il Centro Sperimentale di Fotografia di Roma.
Nel 1967, nel clima della contestazione, si sposta a Roma e si accosta quasi per caso alla fotografia.
Inizia una lunga collaborazione con lotta continua e con potere operaio. I primi reportage sono dedicati al sud, in Sicilia e in Sardegn
a. Ma viaggia anche all’estero per “Il mondo” va nell’lrlanda della guerra civile, nella guerra dei colonnelli in Grecia. Poi nella spagna franchista, in Portogallo durante la rivoluzione dei garofani, più volte in Palestina. Negli anni Ottanta e Novanta andrà in Somalia, Bosnia, Chiapas, Stati Uniti.
Protagonista di numerose mostre fotografiche, Tano D’AMICO è autore di molti libri: “Con il cuore negli occhi Palestina”, “Gli anni ribelli”, “Randagi”, “Espulsi”, “È il 77”, “Il Giubileo nero degli zingari”. Il suo sguardo si distingue subito da quello degli altri fotografi. Non gli interessano i fatti di cronaca quanto piuttosto le ragioni che li producono. Segue da vicino il movimento studentesco e operaio lungo tutto il suo percorso, attraversando per intero gli anni Settanta, con immagini che vanno come dirà – “oltre il cliché della violenza”. È vicino agli operai, ai minatori, alle femministe. Fotografa le carceri, le caserme, i manicomi. Lavora anche con gli zingari che cerca di raccontare più con immagini di gioia che con quelle della povertà e del dolore. D’AMICO è il fotografo dei senza potere, dei vinti, di cui riesce a cogliere la bellezza umana del disagio sociale. Le sue immagini cercano di restituire dignità a coloro cui la dignità è stata tolta e che vengono rappresentati con complicità, simpatia, partecipazione, facendo del bianco e nero e dell’obiettivo 35 mm una precisa scelta stilistica.
FONTE: www.zam.it 
giovedì 27 giugno 2013

MOSTRA FOTOGRAFICA "WARKING"




Walking, mostra fotografica personale dell'artista frusinate Lorenzo Bracaglia
Una mostra itinerante che ha già toccato le città di Firenze e Frosinone, si preannuncia coinvolgente per i luoghi e i contrasti. Diciotto immagini che ripropongono una passeggiata lungo strade, luoghi dimenticati o ricordati dalla suggestione di un monumento.
Il bianco e nero evocano il trascorrere del tempo appena passato; il bagliore e l’oscurità si insinuano nel grigiore delle città e delle stazioni; la frenesia dei viaggi e dei viaggiatori racchiusi in uno scatto, fermati in un luogo e in un momento preciso che rimarrà lì in eterno ricordandoci la loro esistenza. 

Mostra fotografica Walking 

Direzione artistica  a cura della NISI event.

Dove: Vicenza: dal 3 al 27 Luglio 2013
          il vernissage che si terrà mercoledì 3 luglio dalle 21.00 alle 23.00,
Orari: dalle 10.00 alle 18.00 (il giovedì dalle 13.00 alle 22.00)
Luogo:  Spazio Nadir in Contrà Santa Caterina n°20 a Vicenza.



LORENZO BRACAGLIA 
Lorenzo Bracaglia nasce nel 1980. 
Specializzatosi in fotografia Architettonica e Urbana, vive e lavora a Frosinone. Si diploma all’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma nel 2003 e la sua passione e' tutto cio che racchiude la bellezza del Design. Nel 2009 si specializza presso la Scuola  Permanente  di Fotografia “Graffiti” di Roma. 
Nelle sue opere, l’obiettivo principale e' quello di far vivere interamente la sensazione della realtà allo spettatore, per lasciare dentro di se un’esperienza unica, irripetibile e reale, se per realtà intendiamo la consapevolezza dell’esistenza interiore secondo il rapporto con l’esteriore. 

La sua formazione artistica e grafica l'ha portato ad una consapevolezza  nell’acquisizione delle immagini da un punto di vista totale. Nelle fotografie

ogni cosa deve essere modulata, secondo la luce, il colore e la composizione.  
Ogni fotografia deve raccontare una storia.



Nel settembre 2012 espone a Palazzo Zenobio di Venezia per la collettiva
"VISIONI IN B/N, PENSIERI A COLORI".
Nel novembre dello stesso anno espone a Torino per “PHOTISSIMA ART
FAIR 2012” attraverso la Galleria Zamenhof.
Nel dicembre 2012 espone alla MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARTE
CONTEMPORANEA "EGOS III", tenutasi al Royal Opera Arcade Gallery di
Londra.
“Ho sempre cercato di portare fuori il meglio dalle linee, dalle forme, e
quindi l’attenzione ai dettagli degli spazi ... quegli spazi che fanno per l’uomo
un grande Spazio. Lo Spazio in cui muoversi. Lo Spazio in cui vivere. Se
l’Architettura è la sintesi tra spazi adatti all’uomo, utilitas e bellezza in cui
vivere questi spazi, ho cercato di racchiudere nelle mie fotografie questi due
elementi fondamentali dell’essere umano, il Bene e il Bello.”
(Lorenzo Bracaglia) 

giovedì 23 maggio 2013

SEBASTIANO FAVITTA "DENTRO ME"

DENTRO ME
20 / 28 maggio 2013



fotografie di

Sebastiano FAVITTA

Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.” 
Gesualdo BUFALINO, Il malpensante, 1987

SPAZIO ESPOSITIVO:

Biblioteca Mediateca Baratta, 
Corso Garibaldi 88 (46100) Mantova,
info tel +39 0376 352711, fax 0376 2738060, 
mail biblioteca.baratta@comune.mantova.gov.it


TITOLO DELLA MOSTRA: DENTRO ME

DATA DEL VERNISSAGE: sabato 18.05.2013, ore 11.00, 
Sala delle Colonne del Centro Baratta

INCONTRO: sabato 25.05.2013, ore 11.30, 
Sala delle Colonne del Centro Baratta,

in occasione della mostra “Piccoli Editori a Mantova”, 
incontro con il fotografo Sebastiano FAVITTA

DATA DI CHIUSURA: martedì 28.05.2013

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: un tributo alla luce meridiana e al paesaggio mediterraneo; in diciotto fotografie, che l’autore seleziona da un ampio e pluriennale work in progress, corpuscoli luminosi come elettroni vitali vibrano, saettano, danzano, muovono, isolano, liquefano ma soprattutto ... “ascoltanoil canto del paesaggio.

ORARI D’APERTURA: lun. / ven. 9.00 20.00 sab. 09.00 -13.00 BIGLIETTO: ingresso libero

CONTRIBUTO CRITICO: Marina BENEDETTO, Attilio GERBINO 
PATROCINI: Comune di Mantova, Settore Cultura, Servizio Biblioteche PRESENTAZIONE: Antonella GANDINI, fotografa

SALUTI: Marco CAVAROCCHI Ass.re alle Biblioteche
COMUNICATO STAMPA: Attilio GERBINO, attiliogerbino@tiscali.it
CURATORI: Antonella GANDINI, Attilio GERBINO in collaborazione con il Centro Baratta
AUTORE: Sebastiano FAVITTA

RINGRAZIAMENTI: Cesare GUERRA, direttore del Centro Baratta di Mantova, Renzo MARGONARI di Mantova
e Sergio VINCI di Riesi, CL senza la cui disponibilità ultima, sarebbe arduo dar seguito alle mostre della GHIRRI

I veri paesaggi sono quelli che noi stessi creiamo, perché così, quali loro dèi, 
li vediamo come veramente sono, cioè come sono stati creati.

Fernando PESSOA, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo) 


La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT,
come un porto di mare un mare interiore, intimo, profondo e in gran parte inesplorato in circa tre lustri di attività di promozione della cultura fotografica, ha cercato di costruire e consolidare, nel cuore della Sicilia, un avamposto della visione, unavanguardia attenta ed ospitale dove hanno trovato spazio, di volta in volta, “grandi maestrie “piccoli esploratori” della ricerca fotografica.
E poiché chi cerca, prima o poi, finisce per trovare o recuperare quanto non si sapeva di cercare o, ancora, non si aveva consapevolezza di possedere, può accadere che in questo spazio di frontiera ove ha sede questa singolare Galleria Fotografica – nel cuore aspro di un’isola continente, ombelico del Mediterraneo – si delinea e matura in modo graduale e consapevole una ricerca discreta, mite e silenziosa, una ricerca che, paradossalmente, porta colui che questo spazio ha voluto, ideato e realizzato Sebastiano FAVITTA ad “ascoltare e riascoltareempaticamente il proprio sguardo interiore, ricercare, affinare e professare un esercizio della visione nutrito dal dialogo con l’opera dei fotografi ospiti: dalle immagini silenti e atemporali del maestro eponimo Luigi Ghirri, alla ricerca rigorosa dell’amico Giovanni Chiaramonte ogni contributo è tradotto in suggestione, ogni curiosità filtrata in ricerca, ogni lettura decantata in desiderio.
E così che Sebastiano FAVITTA matura un traguardo nella sua personale ricerca: Dentro me, il titolo di questa rigorosa selezione di immagini idealmente strutturate in trittici proposti in questo scorcio di maggio alla Biblioteca Mediateca Baratta di Mantova condensa lo spirito di un ben più ampio progetto fotografico in progress che, da anni, lo vede impegnato in una ricognizione privata, intima e necessaria dal paesaggio interiore a quello naturale e antropico quotidianamente vissuto, attraversato e indagato.
Diciotto stampe fotografiche panoramiche visioni magiche del paesaggio siciliano si offrono agli sguardi e ai sensi curiosi come un primo, parziale compendio di questa indagine sul paesaggio che condensa suggestioni e incanti sui quali le parole, e i rimandi, scorrono leggeri con l’auspicio che ... la storia continui.

Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI Riesi, maggio 2013


La voce dello sguardo di Sebastiano FAVITTA
Io celebro me stesso, io canto me stesso, 
E ciò che io suppongo devi anche tu supporlo 
Perché ogni atomo che mi appartiene è come appartenesse anche a te.

Ozioso m’attardo e invito l’anima mia, 
Ozioso mi attardo a mio agio e mi curvo a osservare un filo d’erba estiva.

La mia lingua, ogni atomo del mio sangue, prodotto da questa terra, da quest’aria, 
Qui nato, da genitori nati qui, i loro padri e i padri dei padri nati qui parimenti, 
Io, a trentasette anni e in perfetta salute, incomincio, 
Sperando di non cessare che alla morte.

Credi e scuole in sospensiva, 
Un poco indietro ritrattomi, contento di ciò che essi sono, ma non scordandoli mai, 
Accolgo il bene e il male, lascio parlare a caso, 
La natura senza freno e con la nativa energia.

Walt WHITMAN, Il canto di me stesso, nella raccolta Foglie d’erba 1855

Roma, 8 maggio 2009, una data importante per la comunicazione scientifica e ... lincanto spirituale: una fonte Ansa informa che la Nasa, lEnte Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche degli USA, ha catturato registrandolo il cosiddetto “Canto della Terra”, un brusio di fondo che si propaga nello spazio extraterrestre trasformandosi in sibilo, per spegnersi quando si avvicina al pianeta; un suono che si produce nello spazio esterno intorno al pianeta, le Fasce di Van Allen, dove il campo magnetico terrestre intrappola particelle di altissima energia che, fluendo da un polo allaltro, ... cantano.
Canta la Terra nello spazio come lUniverso tra le stelle. Cantano le sirene nei miti omerici e le balene negli oceani. Cantano i popoli nel tempo della storia umana e nello spazio dei continenti. In un tempo senza tempo, viviamo avvolti in un canto che è vibrazione e palpito, pulsazione e ritmo il cui segreto, come afferma Kahlil Gibran, “... risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta. Lascolto pare essere la chiave ma si può ascoltare quanto locchio abbraccia con la visione?
La fotografia di Sebastiano FAVITTA questa fotografia risponde affermativamente ponendo ulteriori domande mentre lancia una sfida ai sensi, e a quelle stesse percezioni, che consapevolmente ci permettono di essere al mondo: può l’immagine di un paesaggio cedere al suono e al tatto? Oppure lasciarsi avvolgere dal profumo mentre un canto inatteso ne amplifica o paralizza la visione? Nella risposta potenziale, un corto circuito sensoriale – quello cui si assiste scorrendo l’orizzonte meridiano di questi scatti ove lo sguardo e la percezione assistono alla convergenza dei nostri cinque sensi, su insolite frequenze extrasensoriali.
Ma come nasce questa fotografia? Quali le suggestioni e la tecnica e, sostanzialmente, cosa guida questa sperimentazione che solo apparentemente, e ad uno sguardo svagato e distratto, si compiace di una palese maestria “pittorica” che, a torto, farebbe pensare ad una manipolazione digitale (in post produzione) e che, sempre per il solito sguardo svagato e distratto, sembra fare l’occhiolino a certa Avanguardia Storica?
A svelare l’arcano, la particolare cura che FAVITTA pone in fase di ripresa quando, quasi sopraffatto dalla propria sensibilità, disegna sul suo campo visivo traiettorie così dinamiche e sghembe che solo complessi calcoli matematici potrebbero tracciare. Movimenti rapidi e saettanti sempre estremamente razionali e controllati ascoltano e inseguono limmagine interiore nel riverbero della luce che scompone e sfalda il paesaggio. Uno sguardo in ascolto, così possono definirsi le fotografie di questa mostra mantovana, immagini ove uno spazio assolutamente non cartesiano distorce le coordinate geografiche per interagire con gli elementi che lo abitano, elementi che, a dispetto nella loro natura di pietra, nuvola o guard rail intonano ugualmente un canto pronto ad essere catturato dalla camera danzante di Sebastiano FAVITTA.

Marina BENEDETTO e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI


(...) Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, / 
sentire gli odori delle cose, / 
catturarne l'anima. / 
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. / 
Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore.

Alda MERINI, La semplicità


SEBASTIANO FAVITTA
Sebastiano Favitta - Ritratto Totò Scollo 2013

























Caltagirone CT, 1957.

Vive ed opera a Caltagirone CT.
Cultore della fotografia e fotografo. Come autore, nel corso degli anni, focalizza il suo interesse su alcuni ambiti precisi: da una parte, pone una particolare attenzione alla fase di ripresa durante la quale la camera viene proiettata, con movimenti fulminei e simultanei della mano, verso il soggetto che, in tal modo, si sfalda e disfà sotto l’azione della luce. Dall’altra parte, anche una ricerca più concettuale esplorando scenari naturali, antropici e antropologici passando per il ritratto e indagando i contenuti, in apparenza nascosti, sotto la trama di segni e parole.
Da oltre un decennio, associa la sua ricerca artistica all’attività di promozione e conoscenza della cultura fotografica e dei suoi autori: dal 1998 è impegnato nella curatela dell’attività espositiva della Galleria Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone, l’associazione culturale da lui fondata e diretta.
La costante e intensa attività di promozione culturale svolta in collaborazione con associazioni, enti locali e istituzioni ha permesso, nel 2003, la fondazione del MUSEF il Museo della Fotografia Storica e Cont- emporanea fondato, nella città di Caltagirone, sotto l’egida della Provincia Regionale di Catania, Museo del quale, attualmente, è consulente scientifico e culturale. 
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