Arte - Fotografia - Poesia - Musica

giovedì 23 maggio 2013

SEBASTIANO FAVITTA "DENTRO ME"

DENTRO ME
20 / 28 maggio 2013



fotografie di

Sebastiano FAVITTA

Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.” 
Gesualdo BUFALINO, Il malpensante, 1987

SPAZIO ESPOSITIVO:

Biblioteca Mediateca Baratta, 
Corso Garibaldi 88 (46100) Mantova,
info tel +39 0376 352711, fax 0376 2738060, 
mail biblioteca.baratta@comune.mantova.gov.it


TITOLO DELLA MOSTRA: DENTRO ME

DATA DEL VERNISSAGE: sabato 18.05.2013, ore 11.00, 
Sala delle Colonne del Centro Baratta

INCONTRO: sabato 25.05.2013, ore 11.30, 
Sala delle Colonne del Centro Baratta,

in occasione della mostra “Piccoli Editori a Mantova”, 
incontro con il fotografo Sebastiano FAVITTA

DATA DI CHIUSURA: martedì 28.05.2013

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: un tributo alla luce meridiana e al paesaggio mediterraneo; in diciotto fotografie, che l’autore seleziona da un ampio e pluriennale work in progress, corpuscoli luminosi come elettroni vitali vibrano, saettano, danzano, muovono, isolano, liquefano ma soprattutto ... “ascoltanoil canto del paesaggio.

ORARI D’APERTURA: lun. / ven. 9.00 20.00 sab. 09.00 -13.00 BIGLIETTO: ingresso libero

CONTRIBUTO CRITICO: Marina BENEDETTO, Attilio GERBINO 
PATROCINI: Comune di Mantova, Settore Cultura, Servizio Biblioteche PRESENTAZIONE: Antonella GANDINI, fotografa

SALUTI: Marco CAVAROCCHI Ass.re alle Biblioteche
COMUNICATO STAMPA: Attilio GERBINO, attiliogerbino@tiscali.it
CURATORI: Antonella GANDINI, Attilio GERBINO in collaborazione con il Centro Baratta
AUTORE: Sebastiano FAVITTA

RINGRAZIAMENTI: Cesare GUERRA, direttore del Centro Baratta di Mantova, Renzo MARGONARI di Mantova
e Sergio VINCI di Riesi, CL senza la cui disponibilità ultima, sarebbe arduo dar seguito alle mostre della GHIRRI

I veri paesaggi sono quelli che noi stessi creiamo, perché così, quali loro dèi, 
li vediamo come veramente sono, cioè come sono stati creati.

Fernando PESSOA, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo) 


La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT,
come un porto di mare un mare interiore, intimo, profondo e in gran parte inesplorato in circa tre lustri di attività di promozione della cultura fotografica, ha cercato di costruire e consolidare, nel cuore della Sicilia, un avamposto della visione, unavanguardia attenta ed ospitale dove hanno trovato spazio, di volta in volta, “grandi maestrie “piccoli esploratori” della ricerca fotografica.
E poiché chi cerca, prima o poi, finisce per trovare o recuperare quanto non si sapeva di cercare o, ancora, non si aveva consapevolezza di possedere, può accadere che in questo spazio di frontiera ove ha sede questa singolare Galleria Fotografica – nel cuore aspro di un’isola continente, ombelico del Mediterraneo – si delinea e matura in modo graduale e consapevole una ricerca discreta, mite e silenziosa, una ricerca che, paradossalmente, porta colui che questo spazio ha voluto, ideato e realizzato Sebastiano FAVITTA ad “ascoltare e riascoltareempaticamente il proprio sguardo interiore, ricercare, affinare e professare un esercizio della visione nutrito dal dialogo con l’opera dei fotografi ospiti: dalle immagini silenti e atemporali del maestro eponimo Luigi Ghirri, alla ricerca rigorosa dell’amico Giovanni Chiaramonte ogni contributo è tradotto in suggestione, ogni curiosità filtrata in ricerca, ogni lettura decantata in desiderio.
E così che Sebastiano FAVITTA matura un traguardo nella sua personale ricerca: Dentro me, il titolo di questa rigorosa selezione di immagini idealmente strutturate in trittici proposti in questo scorcio di maggio alla Biblioteca Mediateca Baratta di Mantova condensa lo spirito di un ben più ampio progetto fotografico in progress che, da anni, lo vede impegnato in una ricognizione privata, intima e necessaria dal paesaggio interiore a quello naturale e antropico quotidianamente vissuto, attraversato e indagato.
Diciotto stampe fotografiche panoramiche visioni magiche del paesaggio siciliano si offrono agli sguardi e ai sensi curiosi come un primo, parziale compendio di questa indagine sul paesaggio che condensa suggestioni e incanti sui quali le parole, e i rimandi, scorrono leggeri con l’auspicio che ... la storia continui.

Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI Riesi, maggio 2013


La voce dello sguardo di Sebastiano FAVITTA
Io celebro me stesso, io canto me stesso, 
E ciò che io suppongo devi anche tu supporlo 
Perché ogni atomo che mi appartiene è come appartenesse anche a te.

Ozioso m’attardo e invito l’anima mia, 
Ozioso mi attardo a mio agio e mi curvo a osservare un filo d’erba estiva.

La mia lingua, ogni atomo del mio sangue, prodotto da questa terra, da quest’aria, 
Qui nato, da genitori nati qui, i loro padri e i padri dei padri nati qui parimenti, 
Io, a trentasette anni e in perfetta salute, incomincio, 
Sperando di non cessare che alla morte.

Credi e scuole in sospensiva, 
Un poco indietro ritrattomi, contento di ciò che essi sono, ma non scordandoli mai, 
Accolgo il bene e il male, lascio parlare a caso, 
La natura senza freno e con la nativa energia.

Walt WHITMAN, Il canto di me stesso, nella raccolta Foglie d’erba 1855

Roma, 8 maggio 2009, una data importante per la comunicazione scientifica e ... lincanto spirituale: una fonte Ansa informa che la Nasa, lEnte Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche degli USA, ha catturato registrandolo il cosiddetto “Canto della Terra”, un brusio di fondo che si propaga nello spazio extraterrestre trasformandosi in sibilo, per spegnersi quando si avvicina al pianeta; un suono che si produce nello spazio esterno intorno al pianeta, le Fasce di Van Allen, dove il campo magnetico terrestre intrappola particelle di altissima energia che, fluendo da un polo allaltro, ... cantano.
Canta la Terra nello spazio come lUniverso tra le stelle. Cantano le sirene nei miti omerici e le balene negli oceani. Cantano i popoli nel tempo della storia umana e nello spazio dei continenti. In un tempo senza tempo, viviamo avvolti in un canto che è vibrazione e palpito, pulsazione e ritmo il cui segreto, come afferma Kahlil Gibran, “... risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta. Lascolto pare essere la chiave ma si può ascoltare quanto locchio abbraccia con la visione?
La fotografia di Sebastiano FAVITTA questa fotografia risponde affermativamente ponendo ulteriori domande mentre lancia una sfida ai sensi, e a quelle stesse percezioni, che consapevolmente ci permettono di essere al mondo: può l’immagine di un paesaggio cedere al suono e al tatto? Oppure lasciarsi avvolgere dal profumo mentre un canto inatteso ne amplifica o paralizza la visione? Nella risposta potenziale, un corto circuito sensoriale – quello cui si assiste scorrendo l’orizzonte meridiano di questi scatti ove lo sguardo e la percezione assistono alla convergenza dei nostri cinque sensi, su insolite frequenze extrasensoriali.
Ma come nasce questa fotografia? Quali le suggestioni e la tecnica e, sostanzialmente, cosa guida questa sperimentazione che solo apparentemente, e ad uno sguardo svagato e distratto, si compiace di una palese maestria “pittorica” che, a torto, farebbe pensare ad una manipolazione digitale (in post produzione) e che, sempre per il solito sguardo svagato e distratto, sembra fare l’occhiolino a certa Avanguardia Storica?
A svelare l’arcano, la particolare cura che FAVITTA pone in fase di ripresa quando, quasi sopraffatto dalla propria sensibilità, disegna sul suo campo visivo traiettorie così dinamiche e sghembe che solo complessi calcoli matematici potrebbero tracciare. Movimenti rapidi e saettanti sempre estremamente razionali e controllati ascoltano e inseguono limmagine interiore nel riverbero della luce che scompone e sfalda il paesaggio. Uno sguardo in ascolto, così possono definirsi le fotografie di questa mostra mantovana, immagini ove uno spazio assolutamente non cartesiano distorce le coordinate geografiche per interagire con gli elementi che lo abitano, elementi che, a dispetto nella loro natura di pietra, nuvola o guard rail intonano ugualmente un canto pronto ad essere catturato dalla camera danzante di Sebastiano FAVITTA.

Marina BENEDETTO e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI


(...) Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, / 
sentire gli odori delle cose, / 
catturarne l'anima. / 
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. / 
Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore.

Alda MERINI, La semplicità


SEBASTIANO FAVITTA
Sebastiano Favitta - Ritratto Totò Scollo 2013

























Caltagirone CT, 1957.

Vive ed opera a Caltagirone CT.
Cultore della fotografia e fotografo. Come autore, nel corso degli anni, focalizza il suo interesse su alcuni ambiti precisi: da una parte, pone una particolare attenzione alla fase di ripresa durante la quale la camera viene proiettata, con movimenti fulminei e simultanei della mano, verso il soggetto che, in tal modo, si sfalda e disfà sotto l’azione della luce. Dall’altra parte, anche una ricerca più concettuale esplorando scenari naturali, antropici e antropologici passando per il ritratto e indagando i contenuti, in apparenza nascosti, sotto la trama di segni e parole.
Da oltre un decennio, associa la sua ricerca artistica all’attività di promozione e conoscenza della cultura fotografica e dei suoi autori: dal 1998 è impegnato nella curatela dell’attività espositiva della Galleria Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone, l’associazione culturale da lui fondata e diretta.
La costante e intensa attività di promozione culturale svolta in collaborazione con associazioni, enti locali e istituzioni ha permesso, nel 2003, la fondazione del MUSEF il Museo della Fotografia Storica e Cont- emporanea fondato, nella città di Caltagirone, sotto l’egida della Provincia Regionale di Catania, Museo del quale, attualmente, è consulente scientifico e culturale. 

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