DENTRO ME
SPAZIO ESPOSITIVO:
Biblioteca Mediateca Baratta,
Corso Garibaldi 88 (46100) Mantova,
Corso Garibaldi 88 (46100) Mantova,
info tel +39 0376 352711, fax 0376 2738060,
mail biblioteca.baratta@comune.mantova.gov.it
mail biblioteca.baratta@comune.mantova.gov.it
TITOLO DELLA MOSTRA: DENTRO ME
DATA DEL VERNISSAGE: sabato 18.05.2013, ore 11.00,
Sala delle Colonne del Centro Baratta
Sala delle Colonne del Centro Baratta
INCONTRO: sabato 25.05.2013, ore 11.30,
Sala delle Colonne del Centro Baratta,
Sala delle Colonne del Centro Baratta,
in occasione della mostra “Piccoli Editori a Mantova”,
incontro con il fotografo Sebastiano FAVITTA
incontro con il fotografo Sebastiano FAVITTA
DATA DI CHIUSURA: martedì 28.05.2013
ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: un tributo alla luce meridiana e al paesaggio mediterraneo; in diciotto fotografie, che
l’autore seleziona da un ampio e pluriennale work in progress, corpuscoli luminosi – come elettroni vitali – vibrano,
saettano, danzano, muovono, isolano, liquefano ma soprattutto ... “ascoltano” il canto del paesaggio.
ORARI D’APERTURA: lun. / ven. 9.00 – 20.00 sab. 09.00 -13.00
BIGLIETTO: ingresso libero
CONTRIBUTO CRITICO: Marina BENEDETTO, Attilio GERBINO
PATROCINI: Comune di Mantova, Settore Cultura, Servizio Biblioteche
PRESENTAZIONE: Antonella GANDINI, fotografa
SALUTI: Marco CAVAROCCHI Ass.re alle Biblioteche
COMUNICATO STAMPA: Attilio GERBINO, attiliogerbino@tiscali.it
CURATORI: Antonella GANDINI, Attilio GERBINO in collaborazione con il Centro Baratta
AUTORE: Sebastiano FAVITTA
RINGRAZIAMENTI: Cesare GUERRA, direttore del Centro Baratta di Mantova, Renzo MARGONARI di Mantova
e Sergio VINCI – di Riesi, CL –senza la cui disponibilità ultima, sarebbe arduo dar seguito alle mostre della GHIRRI
I veri paesaggi sono quelli che noi stessi creiamo, perché così, quali loro dèi,
li vediamo come veramente sono, cioè come sono stati creati.
Fernando PESSOA, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo)
La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT,
come un porto di mare – un mare interiore, intimo, profondo e in gran parte inesplorato – in circa tre lustri di
attività di promozione della cultura fotografica, ha cercato di costruire e consolidare, nel cuore della Sicilia,
un avamposto della visione, un’avanguardia attenta ed ospitale dove hanno trovato spazio, di volta in volta,
“grandi maestri” e “piccoli esploratori” della ricerca fotografica.
E poiché chi cerca, prima o poi, finisce per trovare o recuperare quanto non si sapeva di cercare o, ancora,
non si aveva consapevolezza di possedere, può accadere che in questo spazio di frontiera ove ha sede
questa singolare Galleria Fotografica – nel cuore aspro di un’isola continente, ombelico del Mediterraneo –
si delinea e matura in modo graduale e consapevole una ricerca discreta, mite e silenziosa, una ricerca che,
paradossalmente, porta colui che questo spazio ha voluto, ideato e realizzato – Sebastiano FAVITTA – ad
“ascoltare e riascoltare” empaticamente il proprio sguardo interiore, ricercare, affinare e professare un
esercizio della visione nutrito dal dialogo con l’opera dei fotografi ospiti: dalle immagini silenti e atemporali
del maestro eponimo Luigi Ghirri, alla ricerca rigorosa dell’amico Giovanni Chiaramonte ogni contributo è
tradotto in suggestione, ogni curiosità filtrata in ricerca, ogni lettura decantata in desiderio.
E così che Sebastiano FAVITTA matura un traguardo nella sua personale ricerca: “Dentro me”, il titolo di
questa rigorosa selezione di immagini – idealmente strutturate in trittici proposti in questo scorcio di maggio
alla Biblioteca Mediateca Baratta di Mantova – condensa lo spirito di un ben più ampio progetto fotografico
in progress che, da anni, lo vede impegnato in una ricognizione privata, intima e necessaria dal paesaggio
interiore a quello naturale e antropico quotidianamente vissuto, attraversato e indagato.
Diciotto stampe fotografiche panoramiche – visioni magiche del paesaggio siciliano – si offrono agli sguardi
e ai sensi curiosi come un primo, parziale compendio di questa indagine sul paesaggio che condensa
suggestioni e incanti sui quali le parole, e i rimandi, scorrono leggeri con l’auspicio che ... la storia continui.
Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Riesi, maggio 2013
La voce dello sguardo di Sebastiano FAVITTA
Io celebro me stesso, io canto me stesso,
E ciò che io suppongo devi anche tu supporlo
Perché ogni atomo che mi appartiene è come appartenesse anche a te.
Ozioso m’attardo e invito l’anima mia,
Ozioso mi attardo a mio agio e mi curvo a osservare un filo d’erba estiva.
La mia lingua, ogni atomo del mio sangue, prodotto da questa terra, da quest’aria,
Qui nato, da genitori nati qui, i loro padri e i padri dei padri nati qui parimenti,
Io, a trentasette anni e in perfetta salute, incomincio,
Sperando di non cessare che alla morte.
Credi e scuole in sospensiva,
Un poco indietro ritrattomi, contento di ciò che essi sono, ma non scordandoli mai,
Accolgo il bene e il male, lascio parlare a caso,
La natura senza freno e con la nativa energia.
Walt WHITMAN, Il canto di me stesso, nella raccolta Foglie d’erba 1855
Roma, 8 maggio 2009, una data importante per la comunicazione scientifica e ... l’incanto spirituale: una
fonte Ansa informa che la Nasa, l’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche degli USA, ha
catturato – registrandolo – il cosiddetto “Canto della Terra”, un brusio di fondo che si propaga nello spazio
extraterrestre trasformandosi in sibilo, per spegnersi quando si avvicina al pianeta; un suono che si produce
nello spazio esterno intorno al pianeta, le Fasce di Van Allen, dove il campo magnetico terrestre intrappola
particelle di altissima energia che, fluendo da un polo all’altro, ... cantano.
Canta la Terra nello spazio come l’Universo tra le stelle. Cantano le sirene nei miti omerici e le balene negli
oceani. Cantano i popoli nel tempo della storia umana e nello spazio dei continenti. In un tempo senza
tempo, viviamo avvolti in un canto che è vibrazione e palpito, pulsazione e ritmo il cui segreto, come afferma
Kahlil Gibran, “... risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta”.
L’ascolto pare essere la chiave ma si può ascoltare quanto l’occhio abbraccia con la visione?
La fotografia di Sebastiano FAVITTA – questa fotografia – risponde affermativamente ponendo ulteriori
domande mentre lancia una sfida ai sensi, e a quelle stesse percezioni, che consapevolmente ci permettono
di essere al mondo: può l’immagine di un paesaggio cedere al suono e al tatto? Oppure lasciarsi avvolgere
dal profumo mentre un canto inatteso ne amplifica o paralizza la visione? Nella risposta potenziale, un corto
circuito sensoriale – quello cui si assiste scorrendo l’orizzonte meridiano di questi scatti – ove lo sguardo e
la percezione assistono alla convergenza dei nostri cinque sensi, su insolite frequenze extrasensoriali.
Ma come nasce questa fotografia? Quali le suggestioni e la tecnica e, sostanzialmente, cosa guida questa
sperimentazione che solo apparentemente, e ad uno sguardo svagato e distratto, si compiace di una palese
maestria “pittorica” che, a torto, farebbe pensare ad una manipolazione digitale (in post produzione) e che,
sempre per il solito sguardo svagato e distratto, sembra fare l’occhiolino a certa Avanguardia Storica?
A svelare l’arcano, la particolare cura che FAVITTA pone in fase di ripresa quando, quasi sopraffatto dalla
propria sensibilità, disegna sul suo campo visivo traiettorie così dinamiche e sghembe che solo complessi
calcoli matematici potrebbero tracciare. Movimenti rapidi e saettanti – sempre estremamente razionali e
controllati – ascoltano e inseguono l’immagine interiore nel riverbero della luce che scompone e sfalda il
paesaggio. “Uno sguardo in ascolto”, così possono definirsi le fotografie di questa mostra mantovana,
immagini ove uno spazio assolutamente non cartesiano distorce le coordinate geografiche per interagire con
gli elementi che lo abitano, elementi che, a dispetto nella loro natura di pietra, nuvola o guard rail intonano
ugualmente un canto pronto ad essere catturato dalla camera danzante di Sebastiano FAVITTA.
Marina BENEDETTO e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
(...) Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, /
sentire gli odori delle cose, /
catturarne l'anima. /
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. /
Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore.
Alda MERINI, La semplicità
SEBASTIANO FAVITTA
Sebastiano Favitta - Ritratto Totò Scollo 2013 |
Caltagirone CT, 1957.
Vive ed opera a Caltagirone CT.
Cultore della fotografia e fotografo. Come autore, nel corso degli anni, focalizza il suo interesse su alcuni
ambiti precisi: da una parte, pone una particolare attenzione alla fase di ripresa durante la quale la camera
viene proiettata, con movimenti fulminei e simultanei della mano, verso il soggetto che, in tal modo, si sfalda
e disfà sotto l’azione della luce. Dall’altra parte, anche una ricerca più concettuale esplorando scenari
naturali, antropici e antropologici passando per il ritratto e indagando i contenuti, in apparenza nascosti,
sotto la trama di segni e parole.
Da oltre un decennio, associa la sua ricerca artistica all’attività di promozione e conoscenza della cultura
fotografica e dei suoi autori: dal 1998 è impegnato nella curatela dell’attività espositiva della Galleria
Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone, l’associazione culturale da lui fondata e diretta.
La costante e intensa attività di promozione culturale svolta in collaborazione con associazioni, enti locali e
istituzioni ha permesso, nel 2003, la fondazione del MUSEF – il Museo della Fotografia Storica e Cont-
emporanea – fondato, nella città di Caltagirone, sotto l’egida della Provincia Regionale di Catania, Museo
del quale, attualmente, è consulente scientifico e culturale.
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