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giovedì 27 gennaio 2011

Stalag xb. GALLERIA LUIGI STURZO, CALTAGIRONE (CT)


Il linguaggio sequenziale e istantaneo del fumetto, e le immagini di preziose fotografie conducono lo spettatore alla scoperta di una storia a latere - quella degli internati militari italiani - che nel complesso avvicendarsi della storia, a volte, patiscono ingiustamente una minore visibilita'.



Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria. Gustav MEYRINK La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT, nel suo percorso ultra decennale, segnato dall’impegno per la diffusione della cultura fotografica, ha investito – e intende continuare a farlo – parte delle sue energie per contribuire a tenere viva, sostenere e alimentare la riflessione su quel tragico spartiacque della storia rappresentato dalla Shoah.

Questo è stato fatto utilizzando essenzialmente la fotografia che, quale documento latore di forte carica espressiva, riesce a lavorare meglio sulla natura complessa e problematica della memoria. Pertanto i progetti espositivi proposti, e sostenuti di volta in volta dalla GHIRRI, sono stati avviati nella consapevolezza che, non è con l'empatia e il sentimento che si comprende cosa è stata la Shoah: oggi che i protagonisti e testimoni diretti del tragico evento sono quasi tutti morti, solo con la profonda conoscenza – sia pur differita – del fenomeno in tutte le sue sfaccettature, si può pensare di suscitare e incoraggiare nel visitatore un interesse e un momento di riflessione libero da intenti retorici.


Quasi a avvalorare il pensiero michelangiolesco – quel … per via di togliere –, sintesi titanica della scultura per il gigante rinascimentale, il tentativo della Galleria GHIRRI è stato quello di guidare la lettura e la visione, attraverso i luoghi del silenzio della fotografia, con un lavoro a sottrazione per liberare il documento fotografico dalle superfetazioni incoerenti o dalle incrostazioni politiche e ideologiche che ancora contaminano la visione consapevole del fenomeno Shoah.


Un lavoro a sottrazione per giungere al cuore della storia che, con la pronta risposta e l’esemplare disponibilità di Mario CUSIMANO, Marco FICARRA, Gisella GASPARI, Bruno e Silvana VIALLI, autori del progetto Una storia in viaggio. Nei luoghi dell’altra resistenza – oggetto di un sito dedicato nel quale le storie dagli opposti esiti di Vittorio VIALLI e Gioacchino VIRGA, due tra gli otre 650.000 militari italiani internati nei lager tedeschi perché si rifiutarono di collaborare con le forze nazifasciste, sono interpretate con linguaggi espressivi molto vicini ai giovani –, ci accingiamo a narrare presso la Galleria Luigi Sturzo, anche quest’anno con il patrocinio del Comune di Caltagirone, grazie alla mostra: Stalag xb. Storia di un non ritorno.


Il linguaggio sequenziale e istantaneo del fumetto, nato dal connubio tra i testi ispirati dalle lettere di Gioacchino VIRGA e dalle immagini delle preziose fotografie di Vittorio VIALLI, magistralmente disegnato da Marco FICARRA e abilmente ricomposto graficamente con Silvana VIALLI ci conducono alla scoperta di una storia a latere, una realtà parallela, una delle tante vicende – quella degli internati militari italiani – che nel complesso avvicendarsi della storia, a volte, patiscono ingiustamente una minore visibilità rispetto ai drammi immani generati dalla Shoah.


Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO

Galleria Fotografica Luigi GHIRRI Caltagirone, gennaio 2011


Ciò che la memoria ha in comune con l'arte è la tendenza a selezionare, è il gusto per il dettaglio. [...] La memoria contiene proprio i dettagli, non il quadro d'insieme [...] La convinzione di ricordare il tutto in modo generale, la convinzione stessa che permette alla specie di continuare a vivere è priva di fondamento. La memoria assomiglia essenzialmente a una biblioteca dove regna il disordine alfabetico e dove non esiste l'opera completa di nessuno. Josif Aleksandrovič BRODSKIJ, poeta russo premio Nobel per la letteratura 1987


Per non dimenticare gli Italienische Militär-Internierten E un lager...


E' una cosa stata, cosa che sarà, può essere in un ghetto, fabbrica, città, contro queste cose o chi non lo vorrà, contro chi va contro o le difenderà, prima per chi perde e poi chi vincerà, uno ne finisce ed uno sorgerà sempre per il bene dell'umanità, chi fra voi kapò, chi vittima sarà in un lager?

Francesco GUCCINI, Lager, 1981


Conoscevo lo Stalag XB per aver letto La favola di Natale di Giovanni GUARESCHI, che proprio nello Stalag XB era stato rinchiuso, e che nell’inverno 1944 scrisse questo racconto per rendere meno duro ai suoi compagni il loro secondo Natale da prigionieri. Non è una delle solite favole che rallegrano da secoli e secoli la prima giovinezza degli uomini, ma è stata scritta da uomini maturi e ad essi è stata raccontata nel Natale del 1944. E ciò avvenne in un campo di prigionia sperduto in una deserta landa del Nord

Giovanni GUARESCHI, La favola di Natale, 1946


La favola, ispirata dalle tre muse Freddo, Fame e Nostalgia, fu musicata da un compagno di prigionia di GUARESCHI, Arturo COPPOLA, e rappresentata nel campo di concentramento da un’orchestra e un coro di prigionieri la sera della vigilia di Natale del 1944.


Questa favola io la scrissi rannicchiato nella cuccetta inferiore di un 'castello' biposto, e sopra la mia testa c'era la fabbrica della melodia. Io mandavo su da Coppola versi di canzoni nudi e infreddoliti, e Coppola me li rimandava giù rivestiti di musica soffice e calda come lana d'angora. [...] I violinisti non riuscivano a muovere le dita per il gran freddo; per l'umidità i violini si scollavano, perdevano il manico. Le voci faticavano ad uscire da quella fame vestita di stracci e di freddo. Ma la sera della vigilia, nella squallida baracca del "teatro", zeppa di gente malinconica, io lessi la favola e l'orchestra, il coro e i cantanti la commentarono egregiamente, e il "rumorista" diede vita ai passaggi più movimentati.

Giovanni GUARESCHI, op. cit.


La speranza anima questa favola, nonostante la disperazione dei prigionieri internati nel lager; la speranza è la matrice che accomuna l’esperienza dei prigionieri che oggi vengono ricordati in questa mostra, Gioacchino VIRGA e Vittorio VIALLI, che raccontano la loro vicenda di eroismo e coraggio nello sfidare le regole del lager, che qui viene testimoniata


Tutti nella voragine, nel mare senza fondo, nella storia comune le storie minuscole come pietre o schegge di un muro interminabile

Elio PECORA, Poesie, 1997


La speranza e la volontà di ricordare, di tenere in vita la memoria dei 650.000 militari dell’IMI che contribuirono, con la loro coerenza e il loro coraggio, a liberare l’Italia dall’oppressione fascista e tedesca.


Vi chiedo solo una cosa:

se sopravvivete a quest'epoca non dimenticate.

Non dimenticate né i buoni né i cattivi. Raccogliete con pazienza le testimonianze

di quanti sono caduti per loro e per voi.

Un bel giorno, oggi sarà il passato,

e si parlerà di una grande epoca

e degli eroi anonimi che hanno creato la storia.

Vorrei che tutti sapessero che non esistono eroi anonimi.

Erano persone, con nome, volto, desideri e speranze,

e il dolore dell'ultimo fra gli ultimi non era meno grande

di quello del primo il cui nome resterà.

Vorrei che tutti costoro vi fossero sempre vicini

come persone che avete conosciuto,

come membri della vostra famiglia, come voi stessi [...]

Julius FUCIK, Non dimenticate, 1943


Sono orgogliosa di partecipare con questo minimo contributo all’evento che oggi qui si celebra: conosco di persona due reduci che nel 1943 furono internati in due campi di prigionia tedeschi, ho ascoltato molte volte dalla loro voce le parole che raccontano storie di freddo, di fame e di nostalgia, come ci dice GUARESCHI, narrate però con la compostezza e il rigore morale di chi seppe affrontare una delle più dure prove a cui un essere umano può essere sottoposto con una fierezza e una forza d’animo, una capacità di sopportazione e adattamento che neppure i tedeschi poterono piegare. Nel lager questi giovani italiani riuscirono a resistere, a sopravvivere, ad opporre il valore della fratellanza e della solidarietà alla spietata ferocia dei loro aguzzini, cercando di [...]


riannodare quell’invisibile filo che lega tra loro gli uomini per farli sentire, attraverso la solidarietà, come parte necessaria di un solido complesso. Quella tremenda prova del lager, che egli dovette affrontare, divenne in questo senso metafora di una vita riempita di senso, capace di sopravvivere all’avvilimento del corpo e all’annullamento del tempo. Alessandro FERIOLI, I militari italiani internati nei campi di prigionia del terzo Reich.1943-1945, 2008


Il nostro dovere è quello di ricordare, di coltivare, di non disperdere la memoria, la voce, i volti, le immagini di chi visse questa Storia, per spiegarlo ai giovani e far loro comprendere il valore del nostro passato, attraverso i frammenti che le storie individuali dei Protagonisti di quegli anni hanno recato sino a noi.


Quando un vecchio muore è una biblioteca che brucia. Amadou HAMPATÉ BA, discorso tenuto presso l’Unesco, 1960

Marina BENEDETTO Galleria Fotografica Luigi GHIRRI

Savona, gennaio 2011


Un giorno mio padre mi diede delle lettere che un suo cugino mandava alla famiglia dal campo di prigionia, dove era stato deportato dai nazisti, Insieme a quelle lettere c'erano alcuni appunti e la corrispondenza che riceveva dai familiari. Appena le lessi ho sentito la necessità di raccontare questa storia. Avevo l'impressione, da subito, che non si trattava solo di una vicenda privata.

Attraverso quelle lettere ho ricostruito lo spostamento di Gioacchino VIRGA nei vari lager, e soprattutto la lunga permanenza nello Stalag XB forse uno dei più grandi dove moltissimi militari italiani hanno transitato. Ho fatto delle ricerche sugli IMI, internati militari italiani. Ho iniziato su internet, a consultare libri di storia specifici, e diversi diari di sopravvissuti che raccontavano la loro vita nei lager. Mi ha colpito molto il loro senso di rassegnazione, il loro non essere creduti al rientro in Italia.

La particolarità del trattamento degli italiani ancora oggi è poco conosciuta, infatti loro non erano considerati al pari degli altri prigionieri di guerra per loro non era valida la convenzione di Ginevra. C'era il duro lavoro 12/14 ore al giorno nelle campagne, nelle miniere e nelle fabbriche di armi. Non potevano usufruire dell'assistenza della croce rossa internazionale come capitava ai francesi, inglesi, agli altri prigionieri.


Nella ricerca mi sono imbattuto nelle foto del tenente Vittorio VIALLI, che clandestinamente a rischio della sua vita ha scattato circa 400 foto nel campo. Foto che sono conservate nell'archivio dell'Istituto per la resistenza Parri di Bologna. Per me è stato fondamentale trovare queste foto dello Stalag XB, sia per i disegni che per le didascalie che VIALLI ha annotato successivamente. Didascalie che hanno ispirato alcuni momenti del libro.


Ho cercato di raccontare la vicenda umana di Gioacchino VIRGA un ragazzo di 20 anni, una storia che accomuna oltre 650.000 militari italiani che rifiutarono l'adesione alla Repubblica Sociale Italiana di MUSSOLINI per non tradire il loro giuramento. Ci fu chi scelse la resistenza passiva accollandosi il lager pur di non collaborare con i nazifascisti. La scelta di quei militari italiani fu un grande contributo alla resistenza partigiana in lotta per la liberazione dell'Italia dalla neonata Repubblica Sociale Italiana nuova forma della dittatura fascista. Morirono circa 45.000 militari italiani nei lager nazisti tra di loro anche Gioacchino VIRGA.

Marco FICARRA


Galleria Luigi Sturzo Piazza Municipio - Caltagirone (CT) Tutti i giorni, dalle 9 dalle 22 Ingresso libero

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