La collettiva rappresenta un piccolo tour che Alessandro Bazan ha intrapreso all'interno del laboratorio di scultura dell'Accademia di Palermo. In collaborazione con Tiziana Pantaleo.
a cura di Alessandro Bazan
in collaborazione con Tiziana Pantaleo
Rossella Capuano
Luigi Citarrella
Nino Costa
Giusi Laudicina
Andrea Mineo
Giacomo Muraglia
Lo Spazio Cannatella si prepara ad accogliere una mostra nuova ed originale, e come dichiara il suo nome interamente dedicata alla scultura. 13 SCULTURE, sei giovani scultori straordinariamente forti: Rossella Capuano e il suo elogio dei piccoli difetti che compongono la nostra fragile natura, Luigi Citarrella, che elabora il linguaggio e le tensioni più contemporanee attraverso l'utilizzo delle tecniche tradizionali mummificando la decomposizione di soggetti animali; Nino Costa che ci porta lontanissimo nel tempo e ci lancia verso uno stato di grazie future materializzate, preveggente come i veri artisti. La poetica Giusi Laudicina che fissa nella materia densa e policroma la fotografia familiare, la memoria semplice, imprendibile, irrecuperabile; il nervoso accumulo installativo di Andrea Mineo il cui risultato è sorprendentemente formale; Giacomo Muraglia di nome e di fatto che preleva dal più bieco repertorio fumettaro per esaltarlo nella plasticità michelangiolesca. Sei artisti autonomi figli però di una grande storia che da Fidia è viva e pulsante, e che sicuramente si riconquisterà un ruolo predominante nello sviluppo del pensiero della scultura.
La mostra rappresenta un piccolo tour che ho avuto l'opportunità di fare all'interno dello straordinario laboratorio di scultura dell'Accademia di Palermo. Mi trovavo li, in vero, per tentare di produrre delle sculture mie approfittando della straordinaria sapienza e professionalità del mio amico Giuseppe Agnello che con generosità aveva accettato di aiutarmi.
Con timidezza avrei, in seguito, osato chiedere un parere anche al veterano, il vero e proprio cuore pulsante del laboratorio da tanti anni cioè Totò Rizzuti, per la verità questa cosa mi intimidiva non poco dato il rispetto per la scultura in generale e la stima che ho sempre avuto per il maestro che da noi in accademia rappresenta una vera e propria istituzione a se in fatto di tecniche e di impostazione laboratoriale. Invece il lavoro con Totò, Giuseppe e Giacomo Rizzo, altro fiore all'occhiello di questa straordinaria fucina dell'arte, è stato facile e il dialogo con loro esaltante, ho imparato molto sulla scultura e sul pensiero della forma nello spazio ed ho scoperto che questa meraviglia è a portata di mano... Ho definitivamente scoperto di non essere scultore, e ancora di più ho avuto un approccio con una realtà laboratoriale che cosidero più unica che rara, almeno in Europa. Nel senso che questa scultura non la si può più imparare da nessuna parte. Nella maggior parte delle scuole d'arte oggi la scultura viene impartita solo sul piano teorico dei ragionamenti sulla forma e sull'eterna rivoluzione del pensiero sulla contemporaneità e sulla trita rielaborazione di "differenti" media. A parte i veri grandi scultori contemporanei come per esempio Richard Serra o Damien Hirst, mi sembra che l'accademia di questo pensiero sia a dir poco sconfortante. Vabbé che l'arte deve sempre spingersi oltre i limiti canonici, ma esaltare il letto dove qualcuno ha dormito, scopato e quant'altro ponendolo alla stregua di Arturo Martini mi è sempre sembrato troppo. Ecco perché ho voluto fortemente questa mostra che Massimo mi ha concesso nonostante la difficoltà del caso e una pressocché sonnolente indifferenza generale dei miei concittadini per non dire la reiterata assenza di sostegno dei nostri edotti e rivoluzionari organismi di stampa!" (Alessandro Bazan)
opening 8 aprile ore 19
Spazio Cannatella
via Papireto, 10 Palermo
Orari: dal lunedi al venerdi 16-19, sabato previo appuntamento
Ingresso libero
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