Arte - Fotografia - Poesia - Musica
giovedì 5 dicembre 2013
venerdì 8 novembre 2013
PALERMO - SENTIERI INVISIBILI - GIAN PAOLO DULBECCO
sabato 17 dicembre 2011
Sudest MUSEO DELLA CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI C/O PALAZZO GAROFALO, RAGUSA
a cura di Andrea Guastella
Sabato 17 dicembre 2011 alle ore 18, nei locali di Palazzo Garofalo (Museo della Cattedrale di San Giovanni,Corso Italia, 87), si inaugurerà la collettiva d'arte contemporanea Sudest, organizzata dalla Galleria Lo Magno di Modica.
La mostra, patrocinata dal Comune di Ragusa e curata da Andrea Guastella, annovera opere di ventisei artisti che costituiscono un interessante paradigma della produzione pittorica e scultorea dell’ultimo sessantennio.
Le opere in mostra sono dichiaratamente legate dal comune denominatore che il titolo suggerisce, ovvero la Sicilia sud-orientale, in molteplici declinazioni stilistiche e concettuali. «[…] La Sicilia intera – scrive Andrea Guastella nel testo critico della mostra - è Sud Est: un presidio alle porte del vecchio continente e, insieme, un ponte per raggiungere non tanto la Calabria, quanto il nord-Africa e il vicino oriente. Luoghi che, a differenza di un’Europa in costante assillo economico, che lascia presagire il suo prossimo declino, sembra attraversino, talvolta drammaticamente, una primavera di libertà».
Sono presenti artisti che ai loro esordi, negli anni Cinquanta e Sessanta, hanno scelto di accogliere le tendenze dell'Informale e della Pop Art e sperimentare una fusione tra queste ed i loro paesaggi pittorici ispirati dal territorio siciliano (Vincenzo Nucci). Vi sono, poi, gli artisti del Gruppo di Scicli (Sonia Alvarez, Piero Zuccaro, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Piero Guccione, Salvatore Paolino, Giuseppe Puglisi, Franco Sarnari) e altri più giovani che, prendendo spunto dalla lezione dei primi, hanno saputo affermare il loro linguaggio espressivo (Rosario Antoci, Salvo Barone, Sandro Bracchitta, Alessandro Finocchiaro, Giovanni La Cognata, Giovanni Iudice, Franco Polizzi, Gaetano Giuffrè, Girolamo Ciulla). Infine, le opere di artisti emergenti, liberi da suggestioni di scuole o tendenze, che hanno già ottenuto importanti riconoscimenti del loro valore artistico (Fabio e Carlo Ingrassia, Andrea Di Marco, Emanuele Giuffrida, Francesco Balsamo, Fulvio Di Piazza, Filippo La Vaccara, William Marc Zanghi).
Sarà possibile visitare la mostra fino al 14 gennaio 2012, tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 20 (tranne il lunedì).
Inaugurazione sabato 17 dicembre 2011 alle ore 18
Ufficio Stampa, inpress.ragusa@gmail.com, tel. +39 329 3167786
Galleria Lo Magno arte contemporanea
Via Risorgimento, 91 Modica (Rg)
orario: tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 20 (tranne il lunedì)
Ingresso libero
Giovanni Frangi GALLERIA CIVICA D'ARTE CONTEMPORANEA MONTEVERGINI, SIRACUSA
a cura di Luca Doninelli
Dopo le mostre al Mart di Rovereto, al Teatro India di Roma, al Museo Diocesano di Milano e a Villa Manin di Codroipo, Giovanni Frangi espone alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa dal 18 dicembre 2011 al 31 gennaio 2012 con la personale “Albatros”, ispirata alla famosa poesia di Baudelaire.
In mostra un ciclo di opere inedite, tutte dello stesso formato di due metri per tre, in cui Frangi racconta una storia legata al suo mondo espressivo: frammenti del cielo, voli di gabbiani, nuvole.
Oltre a queste, due sculture poste all’ingresso e al fondo del spazio espositivo, aprono e chiudono il percorso: Serpenti, una scultura di lana di vetro che si arrampica fino al soffitto, e Noa noa.
Una corpus di studi, più e meno recenti, è esposto nelle altre stanze del museo.
La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Siracusa e rientra nella manifestazione “Luci a Siracusa”, rassegna che include mostre, concerti, spettacoli teatrali in occasione delle festività natalizie.
La Galleria Civica, collocata a fianco della magnifica piazza dell’Ortigia di Siracusa, è una chiesa risalente al XIV secolo, oggi sconsacrata, un tempo luogo di clausura. Il luogo, così ricco di suggestioni, ha fortemente impressionato la fantasia di Giovanni Frangi tanto da convincerlo a realizzare un’opera pensata appositamente.
L’allestimento è stato creato ripensando alla serie dei quadroni di Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, esposti nel Duomo di Milano a novembre di ogni anno in occasione della festività di San Carlo.
La particolarità di questo ciclo, che racconta gli episodi della vita del grande santo, sta, oltre che nella strepitosa bellezza, nel modo in cui viene collocato: le opere sono appese in alto, a più di due metri e mezzo dal pavimento, ognuna tra due colonne della navata centrale. Lo spettatore deve alzare lo sguardo per cogliere la visione d’insieme del racconto. Così poste, senza punti di appoggio se non una struttura leggera che le tiene sospese, le opere su tavola si trasformano in stendardi.
Nello stesso modo l’artista ha concepito l’allestimento della sua mostra all’interno dello spazio siracusano.
Luca Doninelli (Leno, 1957), reduce dal grande successo del suo ultimo volume “Cattedrali” edito da Garzanti, che considera la piazza del Duomo dell’Ortigia una delle piazze più belle d’Italia, è l’autore del testo in catalogo.
Immagine: Grotta, primal e pigmenti su tela, cm 200x260
Ufficio stampa
NORA comunicazione - Eleonora Caracciolo di Torchiarolo
via A. Sforza 9 – 20136 Milano t. +39 339 89 59 372 – info@noracomunicazione.it
Inaugurazione sabato 17 dicembre 2011, ore 18
Galleria Civica d’Arte Contemporanea Montevergini
via Santa Lucia alla Badia, 1 – 96100 Siracusa
Orari da martedì a domenica 10-13 / 16-20. Lunedì chiuso.
Ingresso libero
sabato 10 dicembre 2011
Con gli Occhi della Mente SIDE-A MODERN ART GALLERY, CATANIA
martedì 6 dicembre 2011
Tiziana Viola Massa e Eva La Malfa PALAZZO JUNG, PALERMO
venerdì 11 novembre 2011
Monica Carrozzoni Malpighi LE BICICLETTE ART GALLERY, PALERMO
sabato 29 ottobre 2011
Rosario Genovese PALAZZO DELLA CULTURA, CATANIA
Guo Hongwei GALLERIA DELL'ARCO, PALERMO
sabato 22 ottobre 2011
Stop allo 048 degli oggetti - CENTRO CULTURALE E FIERISTICO LE CIMINIERE, CATANIA
sabato 15 ottobre 2011
Ugo Attardi EX CONVENTO DEL CARMINE, MARSALA (TP)
a cura di Sergio Troisi
“L’erede selvaggio” è il titolo del romanzo con cui Ugo Attardi, finalista allo Strega, vinse nel 1971 il Premio Viareggio. Quel titolo diventa sottotitolo della grande retrospettiva che l’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala”, in collaborazione con l’Archivio Ugo Attardi, propone all’ex Convento del Carmine di Marsala dal 15 ottobre 2011 al 15 gennaio 2012.
Curata da Sergio Troisi, si tratta della prima retrospettiva che prende in considerazione tutti gli ambiti della produzione artistica di Attardi: pittura, scultura, grafica e, naturalmente, letteratura e giornalismo.
“L’erede selvaggio” racconta dell’infanzia e della formazione siciliana dell’artista, nato in Liguria. Il peso di questa “sicilianità”, intesa come eredità, stimolo culturale e impegno sociale, si avverte in tutta la produzione di Attardi, intellettuale e fine artista, che sa attraversare un secolo complesso dell’arte italiana ed europea secondo un proprio originale percorso.
Si va dal raro gruppo di dipinti non figurativi della fine degli anni Quaranta, alle ricerche degli anni Cinquanta e oltre. In particolare la mostra ripropone, dopo decenni, opere capitali della sua produzione, come i dipinti monumentali “Crocifissione a Saragozza” (1964-’65) e “Gli assassini”. E’ una occasione rara di confrontarsi con opere importanti della storia dell’arte italiana del secondo Novecento che, all’epoca della loro prima apparizione, suscitarono un intenso dibattito critico.
Ai dipinti è affiancata una ampia scelta dell’attività grafica di Attardi (disegni e incisioni) e una selezione delle opere scultoree tra cui l’imponente “Cotes o la bellezza dell’Occidente”.
Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 – Roma, 2006), è stato uno degli artisti più versatili del secondo Novecento italiano. Pittore, scultore, disegnatore di eccezionale talento, Attardi è stato tra i fondatori del gruppo Forma 1, insieme ad altri artisti siciliani quali Carla Accardi, Pietro Consagra e Antonio Sanfilippo. Distaccatosi presto dall’astrazione geometrica del movimento, Attardi aderì alla figurazione sociale propria del clima neorealista per la prima metà degli anni Cinquanta, per poi farsi promotore, dalla metà del decennio in avanti, di una diversa tensione figurativa condotta sulla meditazione dialettica della tradizione moderna e, quindi, centrata sul tema della violenza quale meccanismo pervasivo della società contemporanea. Tra gli artefici, nel 1958, della rivista “Città aperta” (insieme, tra gli altri, a Elio Petri e Carlo Aymonino), Attardi fu ugualmente tra i promotori del gruppo “ Il Pro e il Contro” (1961-1964), che intendeva riformulare criticamente le nozioni di realismo e di figurazione alla luce dei nuovi orizzonti del mondo contemporaneo.
E’ in questi anni che prende corpo la sua inconfondibile cifra stilistica: una pittura satura di colore e di geometrie, dove la grande lezione dell’espressionismo del Novecento (Dix, Grosz, Beckmann) è attraversata a ritroso con la storia dell’arte passata, da Velasquez e Goya sino a Tiziano. In questa fase Attardi inizia a dedicarsi anche alla grande scultura, privilegiando tra i materiali dapprima il legno con gruppi di grandi dimensioni e poi anche il bronzo. E’ del ’67 l’esordio in scultura con “Donna che cura un bambino ammalato” e il completamento della stesura di “L’erede selvaggio”. Negli anni ’70 nascono i grandiosi gruppi scultorei in legno come “Cortese e la bellezza dell’Occidente” e “Il ritorno di Cristobal Colon”. Innumerevoli le personali che gli sono state dedicate in Italia ma anche in numerose capitali europee ed americane.
Mostra promossa dall’Ente Mostra di Pittura Contemporanea “Città di Marsala” Catalogo Silvana Editoriale
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Immagine:Ugo Attardi: Yo tambien soy medio pierna, olio su tela, 200 x 160 cm, 1993
(UNDO.net)
Inaugurazione 15 ottobre
Marsala, Convento del Carmine-Pinacoteca Civica
Piazza Carmine,1 Marsala
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19. Chiuso il lunedì
Biglietto d’ingresso: euro 3.
Andrea Cantieri SIDE-A MODERN ART GALLERY, CATANIA
“Quelli che da vicino potevano apparire come i segni di una lotta, il canto puramente astratto di un’emozione, dopo due passi indietro rivelano il miracolo del volto. I grumi di materia incisi dalle setole del pennello, le lame di colore, le strisce di luce, gli sgocciolamenti diventano sguardo, viso, bocca spalancata nel canto, talvolta anche strumento musicale, così fuso nel corpo da apparire come una sua parte viva, pulsante e inscindibile dal resto. I grandi del Jazz – da Louis Armstrong a Miles Davis e B.B. King – e poi John Lennon, Neil Young, Jimi Hendrix, Mick, Jagger, Kurt Cobain emergono dal bianco dello sfondo come visioni.”… Alessandra Redaelli …“L’utilizzo della luce diviene importante, per non dire fondamentale; una luce che è sempre e comunque presente nella sua apparente assenza, una luce che è nel dna così mediterraneo di Andrea, quella luce forte, intensa ed abbagliante che fa dolere lo sguardo e non permette di mettere a fuoco correttamente gli oggetti, quella luce che si infrange sul reticolato delle serrande e dei bancali per evidenziare il pulviscolo. per trovare nuova forma in una sostanza interrotta ritmicamente. Ed è proprio da questa luce che sembrano emergere, eroici, i volti di Cantieri, volti che hanno nomi e cognomi ma che sono, come si è visto, reiterati tentativi di autorappresentazione.
Anche il ready made è un tentativo di narrazione autobiografica: la scelta dei materiali, l’utilizzo di gusto vagamente dada del collage, che sa di adolescenza, di diario segreto, serve sostanzialmente a narrare qualcosa di sé. Il dato che sorprende maggiormente è la sensazione che, per quanto tenti di parlare di sé, tenti di mostrarsi, Cantieri cerchi, al tempo stesso, di nascondersi, cerchi di dare più risposte possibili, per scongiurare ulteriori domande. Vi è un qualcosa di enigmatico che si cela dietro il lavoro di Andrea, in bilico tra un controllato desiderio di raccontarsi e il pudore che scaturisce dalla sensazione di essersi eccessivamente esposto.
Il dipingere, che è impulso e necessità espressiva intrinseca e indomabile, induce irrimediabilmente anche a mostrarsi e sembra quasi spaventare Cantieri, che delega a sguardi ed espressioni altrui il peso di divenire di pubblico dominio. Lasciamoci, infine, accompagnare da Cantieri nel suo peregrinare dentro e fuori di sé, concediamogli le incertezze e i tentennamenti che il suo pudore impone, rispettiamo la sua intimità che si sforza di violare, diamogli un nome e una definizione, se questo ci rassicura, ma non mettiamo mai fine al suo canto, perché questo sarebbe un errore e ci priverebbe dall’avere il nostro complesso, controverso ed eroico artista, il nostro Ulisse dalle mille risorse.”...
Igor Zanti
(UNDO.net)