a cura di Adrian Paci
Laveronica arte contemporanea è lieta di presentare la mostra colletiva Again and Again a cura di Adrian Paci. La mostra presenta alcuni lavori di cinque giovani artisti: Claudia Campus, Emma Ciceri, Giulia Marin, Susana Pilar Delahante Matienzo, Driant Zeneli. Le loro opere attraverso gesti, azioni o sguardi, senza nascondere la loro fragilità, ci invitano a spostare l'orizzonte della nostra immaginazione verso una dimensione originaria, dove agiscono concetti essenziali come lo spazio e il tempo. C'è un atteggiamento d'insistenza che accomuna tutti i lavori in mostra. Una tensione che cerca ossessivamente di orientare la nostra quotidianità frammentata verso ritmi universali e forme compiute. Questo passaggio può avvenire solo attraverso sfasature e ogni tentativo di compiutezza è destinato a fallire. E' proprio in questa dimensione di tensione, di fragilità e di rottura che si situa il gesto degli artisti presenti nella mostra.
Giocosi ma essenziali, questi lavori mostrano la presenza dell'atemporale nell'attimo preciso del tempo, ci invitano a intuire l'universale nel frammento del particolare. Too Late s'intitola il lavoro video di Driant Zeneli. Nella leggerezza poetica del video si presenta l'inquietudine della non coincidenza. Essere sempre in ritardo rispetto a qualcosa che ci appartiene, spostare il limite non appena sta per essere raggiunto, significa essere debitori di aspettative disattese. Susana Pilar Delahante Matienzo mette in gioco il suo corpo come luogo in cui sono incise le memorie di uno spazio. Nello spazio vuoto dello studio, il suo corpo nudo compare e scompare. Man mano che il movimento diventa più ossessivo, il corpo si trasforma mostrando tutta la sua vulnerabilità.
Uno stadio dopo una partita di calcio diventa lo scenario per il video di Emma Ciceri. Fogli di giornali, come frammenti di vita abbandonata volano spinti dal vento, mentre le linee delle scalinate si curvano nell'orizzonte. Nel video di Claudia Campus, intitolato Silenzio riflesso causato da assordante caos, una luce illumina e oscura ironicamente, a suo piacimento, il volto dell'artista la quale, impassibile, non può far altro che riflettere questo capriccio. Gli eventi prendono corpo e si susseguono su una superficie riflettente, che l'artista può solo portare e non plasmare, con un silenzio che l’assorda contro la sua natura.
Giulia Marin si sposta in luoghi diversi tracciando con un gessetto un cerchio intorno a se. La lettura dello spazio e la riflessione sui confini di sé si incontrano in questo lavoro. Il gesto semplice e la fragile traccia mostrano un tentativo di compiutezza. L'incisività del segno riesce lasciare un impronta che trasforma fortemente l'immagine davanti a noi. Nella performance Relazione melodica, invece, due carillon cercano continuamente di costruire insieme un'unica melodia. I tentativi falliscono. Ma insistono. Sembra che l'artista voglia escogitare modi nuovi non di raggiungere uno scopo ma di renderne esclusiva la mancanza, colmandola dei fallimenti prodotti cercando di avvicinarsi ad esso. Ogni gesto esprime il fallimento di qualunque tentativo volto a istituire armonie durevoli. L'azione, cessando, produce lo spettro della sua ripetizione infinita, allude a una circolarità che all'interno del suo svolgimento viola la possibilità che il gesto si concluda.
Inaugurazione: sabato 23 aprile 2011, ore 21
Laveronica arte contemporanea
via Grimaldi, 93, Modica (RG)
Orario galleria: dal martedì alla domenica 15:00 - 22:30
Fuori orario su appuntamento
ingresso libero
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